Smart Working e benessere sul lavoro. Cosa lega questi temi?
Lo abbiamo chiesto ad Alberto Ronco di Trainect.
Di seguito trovi l’intervista completa, buona lettura!
Ciao! ti va di presentarti brevemente e di raccontarci di cosa si occupa la tua realtà?
Sono Alberto Ronco, CEO e co-founder di Trainect, la startup innovativa che mette a disposizione delle aziende e delle loro persone una piattaforma semplice e intuitiva per migliorare e monitorare il loro benessere fisico e mentale, incrementare il team building e la produttività, attribuendo un wellness score e premiando i miglioramenti con attività di charity.
Crediamo in un’idea di benessere che sia responsabile, condiviso e circolare. Il nostro obiettivo è portare questa idea all’interno delle aziende per incoraggiare un benessere che sia prendersi cura di se stessi, delle persone che si hanno intorno e dell’ambiente circostante.
Qquali servizi offrite e a chi vi rivolgete?
Ci rivolgiamo a tutte le aziende che come noi credono che il well-being sia una priorità aziendale, che impostare una strategia sul benessere delle persone, sia il vero vantaggio competitivo nel medio e lungo termine.
Ad oggi lavoriamo con più di 20 aziende in diversi settori come quello del food, servizi IT, consulenza, comunicazione, manifatturiero, moda etc.
Abbiamo co-creato insieme ad HR, AD e soprattutto ascoltando i lavoratori, la piattaforma di wellbeing, “MyTrainect”, per dare forma ai nostri valori di benessere in un’unica App per le aziende ed i propri collaboratori.
Quale è lo scenario del wellbeing nel mondo del lavoro in Italia oggi?
Il mercato corporate wellness è in forte crescita, un mercato che valeva nel 2021 circa 52 miliardi, con un CAGR di crescita del 7,2%, dal 2022 al 2030, arrivando così a toccare quasi 100 miliardi (dettagli al link).
In questo mercato uno dei segmenti più in crescita è proprio quello del well-being.
Siamo di fronte ad un cambio di modello lavorativo, che mette in primo piano le persone, i reali protagonisti del successo aziendale.
Questa consapevolezza da parte dei lavoratori, porta ad una loro richiesta, lavorare per aziende che si prendano cura del proprio benessere, appunto la prima priorità per i lavoratori in accordo con il world economic forum (dettagli al link).
Come sono cambiati i bisogni delle persone in termini di wellbeing?
Si passa da welfare a well-being.
Per un’azienda non basta più offrire benefit economici individuali ai lavoratori, ma deve far sì che il well-being sia integrato nella cultura aziendale.
Dev’esserci una propria strategia per rispondere ai principali problemi lavorativi. Quali sono?
Malessere (9 lavoratori su 10 affermano di non stare bene), dis-engagement (solo il 14% si sente ingaggiato) e turnover (1 lavoratore su 2 ha cambiato o vuole cambiare lavoro). In questo link alcuni dettagli.
Non basta un benefit interno o esterno per trasformare le problematiche sopra elencate in un vantaggio competitivo, ma c’è bisogno di co-creare una strategia di benessere, su misura di ogni azienda.
Questa strategia deve poi essere accelerata con soluzioni innovative, monitorate costantemente ed arricchite da altre attività.
Perché avete inserito Creative Harbour all’interno della vostra offerta?
Il benessere delle persone rientra in un discorso molto ampio, che va oltre all’aspetto psicofisico.
Per questo motivo abbiamo deciso di coinvolgere dei partner, con cui condividiamo diversi valori, nell’area premi di Trainect.
Attraverso queste collaborazioni riusciamo a premiare i comportamenti virtuosi dei singoli lavoratori.
Creative Harbour, rispecchia esattamente questo concetto: permette alle persone di lavorare in smart working in location all’insegna del benessere insegnando le pratiche per lavorare da remoto in modo efficace, riducendo tecno-stress, multitasking o proliferazione di meeting inutili.
Negli Harbour è garantita l’integrazione tra vita personale e lavoro, con attività che stimolano mente e corpo e una community di smart worker a supporto, che condivide chiari valori e principi.
C’è correlazione secondo te tra flessibilità / lavoro smart e benessere?
Assolutamente si, la flessibilità è parte integrante di una cultura di benessere lavorativo, basata sulla fiducia e sul lavoro per obiettivi.
Lavorare in modo flessibile permette una maggior libertà nella gestione del proprio tempo. Per i lavoratori smart c’è un +39% del miglioramento del proprio benessere (Fonte: Osservatorio per lo Smart Working 2022 Italia).
Grazie mille per aver letto l’intervista!
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A presto.